Oggi ho sentito per radio le dichiarazioni di una gentile signora (chiedo scusa, ma non ho memorizzato il nome), che, riguardo alla cosiddetta festa gay blasfema del Cassero di Bologna, ha avuto l’ardire di dichiarare che “non poteva accettare le foto pubblicate perché vi compariva la croce e c’erano persone che erano morte per la croce”. Non erano proprio queste le parole (stavo guidando e non potevo appuntarmele), ma il concetto era questo.
E’ vero c’è chi è morto per la croce, ci sono stati tanti credenti che l’hanno onorata. Bene. Il mio rispetto.
Ma ce ne sono tanti, ma tanti, ma tanti di più che sono stati ammazzati da quelli che portavano quella croce.
Hanno ammazzato più gente i cristiani in questi duemila anni di tutti gli altri messi insieme. A partire da Costantino (In Hoc Signo Vinces), passando per le crociate, l’inquisizione, le varie guerre dei 30 e dei 100 anni, fino ai giorni nostri.
Mi si dirà “Ma era così una volta. Adesso la comunità cristiana promuove la pace”. Può darsi, ma se è vero che il messaggio di Papa Francesco, ad esempio, oggi è diverso, fino a pochi anni fa non era così.
Le Chiesa Cattolica, ad esempio, ha appoggiato il fascismo e le sue guerre, mandando i suoi preti a “confortare” i soldati italiani che andavano ad assassinare spagnoli, libici, eritrei, greci, albanesi, russi e non so più chi altro, così come preti cattolici e protestanti accompagnavano i soldati americani ad assassinare vietnamiti ed altri indocinesi sparsi. Per non parlare di altre decine di conflitti minori sparsi nel globo.
Non parliamo di secoli fa, solo di pochi anni. Quindi prima di parlare di morti per la croce, che i cristiani si scusino per i milioni di morti che hanno fatto.
Io non amo offendere, nessuno. Dico sempre che, fra tutte le superstizioni, le religioni monoteistiche sono quelle che ritengo peggiori, perché dogmatiche e, come tali, quelle che hanno sempre abusato dell’uccisione di chi rifiutava il dogma.
Però, anche se lo dico senza reticenza, perché credo in ciò che dico, cerco di mantenermi nella diatriba intellettuale, storica e politica. D’altronde ci sono un sacco di persone a cui voglio bene, che sono credenti.
Quindi non mi sarei messo a fare foto come quelle scattate al Cassero l’altra sera, ma il mondo cristiano è l’ultimo che si può offendere della blasfemia, soprattutto se espressa dal mondo LGBT.
Da sempre i cristiani (non tutti, naturalmente) passano la vita ad insultare gli omosessuali e tutti quelli che hanno comportamenti sessuali che loro, a parole, disapprovano.
Da sempre il peggior insulto nella cultura cristiana è “frocio” o una delle sue mille varianti.
Quando sono di buon cuore, poi, i cristiani si danno pena per gli omossessuali e cercano di curarli, perché “se uno si comporta così e non vogliamo pensarne male (pensare male è peccato), allora dev’essere malato. Poverino.”
E dopo una vita di offese pensano proprio davvero che la comunità gay possa rispettarli?
Non sono stato io a dire che “chi semina vento, raccoglie tempesta”. Chi semina insulti si ritenga fortunato a raccogliere solo blasfemia.
Se il mondo LGBT si facesse influenzare dalle parole di Papa Francesco che dice che “chi insulta la mamma, non deve stupirsi di un pugno di reazione”, dopo tutti questi anni di insulti potrebbe essere discretamente violento, invece utilizza solo lo scherno e la satira, anche se forse non di grande gusto.